mercoledì 17 febbraio 2016

Restauratori e militari nascono i “caschi blu” della cultura

Da: La Repubblica, 17 febbraio 2016
Restauratori e militari nascono i “caschi blu” della cultura
SARA GRATTOGGI
ROMA.
Sarà formata inizialmente da trenta carabinieri specializzati e da trenta esperti del Ministero dei Beni culturali, fra studiosi e restauratori dell’Opificio delle Pietre dure e degli istituti per la Conservazione e il restauro, per la Documentazione e il catalogo e per la Conservazione del patrimonio archivistico e librario. Ma in futuro ne faranno parte anche docenti universitari, che hanno già dato la propria disponibilità. È questo il volto della task force italiana di “Unite For Heritage”, nata ieri con la firma dell’intesa fra governo e Unesco. I “caschi blu della cultura” non entreranno in azione su fronti di guerra, ma interverranno preventivamente o ex post in aree di crisi o catastrofi naturali, su richiesta dell’Unesco, per pianificare operazioni di salvaguardia, formare il personale locale, stimare i danni al patrimonio e contrastare il traffico illecito di beni culturali, con cui spesso il terrorismo si finanzia. «Siamo il primo Paese che mette a disposizione dell’Unesco una task force per la difesa del patrimonio mondiale» ha sottolineato il ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, ricordando che è stata proprio l’Italia a presentare all’Unesco la proposta adottata all’unanimità lo scorso autunno. La task force – «un pezzo molto italiano della lotta al terrorismo » per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni – potrà contare sull’esperienza dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale, già impegnati in passato in Kosovo e in Iraq, dove hanno recuperato «1.700 reperti saccheggiati dal Museo di Bagdad» hanno ricordato il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, e la titolare della Difesa, Roberta Pinotti. E in futuro anche il Miur darà il proprio contributo, redigendo «liste di ricercatori e docenti nelle aree necessarie» ha spiegato il ministro Stefania Giannini. Con la speranza, espressa dal direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, che «molti altri Paesi seguano la strada dell’Italia». Nel frattempo, nascerà a Torino un Centro di formazione e ricerca Unesco sull’economia della cultura che «potrà essere utilizzato anche per la formazione del personale in aree a rischio».

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